Si parla tanto di vivere il qui e ora, di non proiettarsi nel futuro che non serve, di non crogiolarsi nel passato. Frasi del tipo 'dai non ti stressare, pensa a questo momento', 'però anche te sei esagerato, ti fa male tutta questa ansia del futuro', 'goditi l'oggi, carpe diem', forse sono per alcuni familiari.
Il qui ed ora è vero è tutto quello che abbiamo, ma siamo fatti di molto di più. Qualcuno diceva che 'siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, e nello spazio e nel tempo di un sogno è raccolta la nostra breve vita'. William Shakespeare, che non era proprio l'ultimo dei pensatori, chissà se meditava, io voglio immaginarmi di sì. Me lo immagino di ritorno dal Globe ripensare alla sua opera appena andata in scena, in qualche modo tormentato dal non esserne soddisfatto, ma che potesse permettersi di fermarsi, prendersi quel momento pieno di energia e farci qualcosa di diverso dal tormento fine a se stesso o dalla vana gratificazione.
La meditazione è uno strumento potentissimo di conoscenza di sé, di autoascolto, di cura del nostro sentire, che ci permette di fare qualcosa di diverso con le nostre aspettative sul futuro e con i fantasmi del passato.
Pensare di non avere aspettative o cercare di evitarle non credo sia la chiave, penso sia molto più efficace prendere contatto con noi stessi, ascoltarsi e fare amicizia con le proprie sensazioni.
Jon Kabat-Zinn riassume quello che per me ha senso della pratica di Meditazione con queste parole: 'la Consapevolezza è un modo per fare amicizia con noi stessi e con le nostre esperienze'.
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