Fino a che punto il nostro corpo è un contenitore e fino a che punto è contenuto.
Il corpo sicuramente è un contenitore, di organi, muscoli, ossa..ma quando diventa dicotomico tutto ciò? Quando sentiamo e differenziamo il corpo come contenitore dal suo contenuto? Quando può essere un’occasione e quando un limite fare questa distinzione?
Lavorando da oltre 13 anni con il corpo delle persone e con il mio da tutta la vita, ho scoperto quanto è bello e a volte doloroso ascoltare quello che il corpo vuole comunicarci. La distinzione contenitore/contenuto mi è balzata all’occhio mentre lavoravo ad un seminario sull’ascolto del corpo con una mia cara amica e collega chinesiologa. Grazie a lei ho scoperto il concetto di fascia.
La fascia è una struttura di tessuto connettivo che avvolge organi, ossa e muscoli.
La fascia riempie tutto lo spazio non occupato da altro dandoci la forma che abbiamo.
Se potessimo visualizzare la fascia vedremo una ragnatela finissima che collega separa e da forma al tutto.
‘Da forma al tutto’ ecco questo mi piace tanto. Questo modo di vedere il corpo mi trasmette un senso di insieme che non ha bisogno di distinguere il contenuto dal suo contenitore.
Come distinguere la Mente dal Corpo offre opportunità ma anche limiti, lo stesso vale nel non aprire lo sguardo e l’ascolto al corpo come un tutto e considerarlo somma di parti. Certo è che fin da piccoli ci insegnano a leggere il nostro corpo come muscoli, organi, ossa, e ci sta. A proposito delle opportunità di questa visione probabilmente ce ne sono tante, una tra tutte secondo me è potersi focalizzare su una cosa, circoscriverla, e affrontarla così, dedicandosi solo a quella, senza altri pensieri o distrazioni.
Per me ha più senso considerare il corpo come un processo in continuo movimento. Sentire il corpo non come insieme di roba da contenere e quando non lo fa bene accanirsi su di lui come fosse “sbagliato”, ma come me, il mio corpo sono io, un sistema con i suoi processi, che a volte capiamo e amiamo che a volte non capiamo e detestiamo e altre volte che è, così com’è. Il corpo non è altro rispetto a noi, siamo noi.
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